martedì 20 ottobre 2015

Decidiamo noi


Lo spocchioso "decidiamo noi" dei giorni scorsi, riferito alla possibilità di poter abbassare le tasse in barba ai diktat europei, è stata forse la migliore battuta dell'anno del grullo del consiglio. Che fosse una battuta lo dimostra questo odierno titolo di UniPorn, impaginato, involontariamente ma assai freudianamente, con l'immagine del santo segretario taumaturgo. L'elemento freudiano è il rimando inconscio a quando tutto questo (il tradimento) cominciò, in quei lontani anni settanta.

A proposito di via libera (sempre provenienti dall'estero, è il loro destino, guardate anche qui) ripropongo quindi questo post del 2012 di Roberto Buffagni: "Un’ipotesi sul ruolo del PCI nel caso Moro", che si lega perfettamente a questo recente articolo di Matteo Volpe: "L’“onestà” politica, il cavallo di Troia delle oligarchie".

Man mano che la Storia comincia ad appiattire su un unico sfondo i puntini che rappresentano gli eventi politici italiani degli ultimi quarant'anni, essa li rende più vicini e più facili da unire, e un giorno sarà impossibile anche per i peggiori seguaci della disciplina di partito non vedere finalmente la verità.

Update 21/10. Stamattina ho trovato segnalato su Twitter questo articolo. E' interessante perché, al di là delle necessarie verifiche alle affermazioni di Vladimir Bukovsky, egli disegna un ritratto assai convincente e purtroppo realistico di un'Unione Europea pericolosamente simile al regime sovietico, rivelandone lo spirito totalitario comune. E' curioso il fatto che questo progetto di sovietizzazione dell'Europa, di estensione del socialismo ad Ovest nel momento in cui il socialismo reale rischiava di scomparire per sempre sotto la spinta del neoliberismo economico sia risultato così funzionale ai progetti dell'élite reazionaria fautrice della shock economy. La dittatura finanziaria che ha bisogno, per il suo trionfo, della fusione con il totalitarismo socialista. Sembra un paradosso ma forse potrebbe essere andata veramente così.
Detta in altro modo, la sinistra rimase vedova, dovette prostituirsi per sopravvivere e alla fine trovò addirittura uno ricco da sposare. Sembra proprio la metafora di Maria Braun di Fassbinder.

6 commenti:

  1. Grazie per la citazione. A completamento dell'articolo che gentilmente hai citato, suggerisco di leggere la "Nota sulla sinistra DC", che un anno più tardi inserii fra i commenti a un articolo di G. la Grassa. Eccola:

    http://www.conflittiestrategie.it/si-svegliano-tardi-di-glg-1-luglio-13

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    1. Ho letto. Analisi lucidissima e fondamentale per capire le dinamiche di quel periodo. Pensando a Mattei, che citi, ho letto recentemente, non ricordo esattamente la fonte, che negli ultimi mesi della sua vita vi furono contatti assai ravvicinati con l'amministrazione Kennedy perché il presidente americano avrebbe voluto Mattei premier in Italia. Ne sai qualcosa anche tu e pensi che anche questa cosa, se confermata, rientri nel medesimo scontro tra fazioni che, in quel caso, vide perdenti sia Kennedy che Mattei?

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    2. Grazie mille. Non lo so. E' possibile. Da quel che ho sentito da persone degne di fede, pare che Mattei avesse trovato una composizione del contenzioso con gli USA; non ho mai sentito, invece, dell'invito a prendere la direzione del governo italiano. Se l'abbiano poi fatto saltare per aria altri americani, può darsi ma non so. Candidabili anche i francesi e gli inglesi, naturalmente.
      La mia impressione di fondo è questa: che le dinamiche politiche nazionali e internazionali di cui parlo, con le diverse strategie (mondialista/nazionale, Italia che guarda a Sud/Italia che guarda a Nord, PCI con URSS/PCI con USA, sinistra DC "sociale"/sinistra DC "europea" ) si siano cristallizzate e in un certo senso siano giunte a piena coscienza, per gli attori principali, in concomitanza con il rapimento di Moro.
      Quelle che prima erano linee, strategie, centri di potere ancora fluidi, nell'urgenza del momento hanno dovuto riconoscersi, affrontarsi, scontrarsi e decidere. Il risultato è stato quel che vediamo e viviamo.

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  2. Anonimo21:17

    Certo, io ricordo ancora l'elogio dell'Austerita' in un discorso di Berlinguer. Magari era intesa in senso lato, ma il termine era quello. Il tradimento quando e' iniziato ? Ci vorrebbe un'equipe di archeologi molto volenterosi. La disciplina di partito ha senso solo se la dottrina non cambia. Io la trovo necessaria, soprattutto se si tratta di un partito rivoluzionario e militarizzato come era il vecchio PCI. A questo proposito, basta vedere che fine ha fatto la Chiesa cattolica capovolgendo l'impianto dottrinario storico. Li' e' il Battesimo a costituire il legame, ma e' sempre piu' difficile menare il gregge dove vuole il pastore. Il Deviazionismo e' ormai a livelli inimmaginabili. E questo vale per tutti, eccetto per le destre che su certe tematiche hanno sempre mantenuto il punto.

    G.Stallman

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    1. Il punto di riferimento e di forza della destra è la tradizione.

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  3. Anonimo09:24

    Sull'update: qualcuno ha già detto che l'Unione Europea è socialista per i pochi, brutalmente neoliberista per gli altri. Il socialismo per i ricchi

    Menego

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