martedì 29 aprile 2008

Il gabbiano Silvio Berlusconi

Una delle frasi ricorrenti durante il primo governo Berlusconi, pronunciata da chi l'aveva eletto, era: "lasciatelo lavorare". Sottotitolo: vedrete cosa riuscirà a fare.
Nei cinque anni del secondo governo Berlusconi, iniziati all'insegna dello stesso slogan: "lasciatelo fare e vedrete", abbiamo visto per la verità realizzate molte cose che servivano più a lui che a noi.
Non ce lo ricordiamo più perchè giornali e TV sono incaricati di coprire le notizie con tonnellate di spazzatura mediatica tipo il calamarone scongelato ma nel 2006 la gente era scontenta di Berlusconi e votò Prodi per disperazione, non certo per il sex-appeal del professore.

Il governo Prodi, nonostante i media (in gran parte casualmente berlusconiani) che ne hanno parlato male dal primo giorno di vita, ha governicchiato e non ha fatto riforme importanti, è vero ma qualcosina di buono l'ha fatto. Lo scontrino intelligente grazie al quale si può scaricare sul 730 anche l'aspirina sembrerà una cavolata ma è una cosa che esiste in tutti i paesi civili e che prima non c'era. Che poi, grazie ai media solo un poco vicini a Berlusconi, Prodi sia diventato il responsabile di tutti i mali del paese, era una conseguenza inevitabile della mancata soluzione del conflitto di interessi.

Ora inizia il terzo governo Berlusconi, con una maggioranza tale da non permettergli più di sbagliare e con i media quasi totalmente pronti a vantare come miracoli anche le cose che non saranno fatte o che saranno fatte male. L'unica opposizione si chiama Walter Veltroni e ho detto tutto. Questa volta il premier non potrà più nemmeno dare la colpa ai comunisti, a meno che la città di Massa non proclami la secessione, si doti di armi nucelari e dichiari guerra alla repubblica.

In fondo Berlusconi mi ricorda il gabbiano Jonathan Livingston, ossessionato dal voler volare in modo perfetto. Ci riuscirà, nonostante il Grande Gabbiano del Nord?
Questa situazione mi fa piacere. Con questi numeri in Parlamento ora il miracolo che gli italiani aspettano da anni potrà veramente avverarsi. Non ci sono più scuse ed io ci spero proprio.
Ci toglierà i troppi stranieri dalle palle? Toglierà l'ICI, riuscirà a debellare la zanzara tigre? Magari.
Ha promesso di risolvere il problema della monnezza in Campania, benissimo. Bisognerà vedere se la Camorra vorrà collaborare e a che prezzo.
Salverà l'Alitalia e Malpensa, ancora meglio. Si dovrà valutare di quanto si dovrà indebitare lo Stato per la scelta autarchica di rinazionalizzare la compagnia aerea. Ohibò, che ne dicono i liberisti alla Capezzone?
In ogni caso pagheremo noi come sempre e pagheremo caro ma non ce lo faranno sapere. Questa sarà l'unica novità.
Già stasera, in un interessante servizietto sugli spray al peperoncino, il TG1 ci ha detto che "gli stupri sono in calo e avvengono per lo più tra le pareti domestiche". Una cosa che era vera anche due settimane fa.
In attesa del Grande Miracolo di Berlusconi ecco il primo miracolino di Alemanno e dei suoi sostenitori sventastupri.

Sarebbe veramente bello potersi ricredere su Berlusconi e vederlo governare bene ma temo non sarà possibile.
Lui è una televendita vivente. La tecnica è vendere un prodotto scadente ad un prezzo maggiorato contornandolo però di "omaggi" di ancor più scarso valore. "E solo per oggi ti regaliamo anche la coppia di cuscini anticervicale". Le sue sono promesse da venditore. E' più facile che un cammello passi da una cruna di un ago che un piazzista non ti rifili la patacca.
Sempre pronta a ricredermi, per carità, eh?

Vorrei lanciare una sfida agli elettori di Berlusconi. Io mi ricrederò su Berlusconi nel caso governi bene ma se per caso un giorno loro non si considerassero soddisfatti del loro acquisto e magari scoprissero di essere stati buggerati, sarebbero disposti ad ammettere di aver preso una fregatura e ad esercitare il diritto di recesso?
Sarebbe una buona cosa e dimostrerebbe che il loro voto lo hanno dato per convinzione e non alla cavolo di cane.

P.S. In questi giorni di vacanza ho molto invidiato i gabbiani come quello che ho fotografato. Aria buona, buon pesce, umani tutto sommato amichevoli, qualche discussione con corvi e falchi pellegrini ma niente politica. Da che parte si fa la fila per rinascere gabbiani?


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2008, anno I E.B.

In occasione dell'ennesima trombata rimediata dal Cicciobello nazionale, grazie al quale anche Roma va a destra, ripropongo un post in qualche modo profetico dell'anno scorso.
Con la speranza che questa sia veramente l'ultima volta che Francesco Rutelli si presenta come candidato in qualsivoglia competizione elettorale, fosse anche l'elezione ad amministratore del suo condominio.

«La Margherita è un partito centrista e profondamente riformista... Noi siamo liberali, democratici, popolari, socialisti, socialdemocratici, ambientalisti e questo me lo dice la mia esperienza personale frequentando i singoli aderenti della Margherita, non esaminando necessariamente le personalita' dei nostri vertici nazionali.» (F. Rutelli)

Francesco Rutelli nasce sotto il segno dei Gemelli, caratterizzato da costante irrequietezza, in una famiglia borghese romana.
Il noto soprannome deriva da un episodio dei suoi primi difficili mesi di vita. La sorella maggiore, traumatizzata dal fatto di non aver mai ricevuto in dono il Cicciobello come le sue compagne di scuola, lo veste, lo sveste, lo pettina e gli fa ingurgitare litri d’acqua per fargli fare la pipì. Quando alla piccola peste finalmente una zia ricca regala l’agognato bamboccio, Francesco può crescere in pace e pensare al suo futuro.

Architetto mancato, forse spaventato dall'impossibilità di applicare l'ondivaghezza ai calcoli delle strutture in cemento armato, sceglie quasi naturalmente di dedicarsi alla politica.
Per motivi di tempo riassumerò solo l’ultima parte delle sue avventure in giro per i partiti dell'arco costituzionale.

Esordisce come cattolico ma poi svolta leggermente a sinistra per il Partito Radicale, dove si trattiene qualche anno e partecipa alle sue battaglie, come praticante, quindi sterza un po’ a destra per scegliere un partito dalle larghe vedute, i socialdemocratici.
Nei primi anni ‘90, svoltato ancora a sinistra con i Verdi, diventa ministro per l’Ambiente per un sol giorno, come le rose. Lasciati i Verdi, e salito momentaneamente sulle barricate di Tangentopoli, sembra momentaneamente accasarsi come sindaco di Roma ma poi partecipa al movimento dei sindaci. Non riesce a stare fermo.
Nel frattempo ha trovato la sua anima gemella, la Cicciobella Palombella, con la quale mette su famiglia.

Nel 2001 finalmente la grande occasione, è candidato premier per l’Ulivo. I suoi occhioni blu dominano i poster elettorali e bucano lo schermo televisivo. Un successo, tanto che Berlusconi stravince le elezioni.
Chiunque altro si sarebbe ritirato in cima a un monte a produrre il formaggio di malga ma Francesco no, è un moto perpetuo.
Nel 2002, come se niente fosse, ascoltando una canzone di Cocciante ha l’illuminazione, fondare un grande partito riformista, di centro ma anche di sinistra che all’occorrenza strizzi l’occhio alla destra. Insomma il partito perfetto, che chiama Margherita, in onore del suo motto da eterno indeciso “m’ama, non m’ama, m’ama…”.

Attualmente sta lavorando alla costruzione del Partito Democratico e contemporaneamente alla distruzione totale della sinistra.
A questo punto Crepet direbbe che questi sono atti mancati dell’architetto mancato in lui. Insomma, braccia rubate all’architettura.


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mercoledì 23 aprile 2008

Una doverosa riabilitazione


Mi ingannavi da non so quanto tempo
che ho deciso che doveva finire
Guardami adesso, non imparerò mai?
Non so perchè ma all'improvviso perdo il controllo
Ho un fuoco nell'anima
Appena uno sguardo e sento le campane suonare
Ancora uno sguardo e dimentico tutto o-o-o-oh

Mamma mia, ecco che succede di nuovo
come posso resisterti?
Mamma mia, mi sta accadendo di nuovo
e quanto mi sei mancato
Si, avevo il cuore spezzato
ero triste da quando ci eravamo separati
perchè mai ti ho lasciato andare?
Mamma mia, ora lo so per davvero
che non avrei dovuto lasciarti andare.
L'Economist ha intitolato "Mamma mia" l'articolo dedicato al ritorno di Berlusconi al governo.
Noi che avevamo sedici anni nel 1976 abbiamo immediatamente avuto un sussulto.
Cazzo, era una canzone degli ABBA, il gruppo più atroce che abbia mai calcato le scene e che allora non avremmo ammesso nemmeno sotto tortura che ci potesse piacere anzi, ci facevamo un vanto di disprezzarli con tutte le nostre forze.

"Mamma mia". Già, faceva così il motivetto. Ebbene, la prima cosa stupefacente che si scopre, riesumando dalla memoria i versi della canzone, è che essi sembrano descrivere l'elettore italiano e la sua storia d'amore con Silvio Berlusconi. Ecco spiegata forse l'associazione dell'Economist. Gli ABBA erano dei profeti e non lo sapevamo, ci ammonivano sul nostro futuro e noi li abbiamo derisi per i loro pantaloni a zampa d'elefante, l'ombelico di fuori (!) e le giacche leopardate.

Non solo ma, l'avreste mai detto che qualcuno, riascoltando gli ABBA a distanza di trent'anni potesse, tutto sommato, trovarli non solo gradevoli ma addirittura sublimi, pensando alle volgarità e alla decadenza attuali?
Forse l'estinzione della specie, a questo punto, è l'unica via d'uscita onorevole.

lunedì 21 aprile 2008

Famo, annamo, menamo...

Chiunque vinca l'elezione a sindaco di Roma e chiunque governi l'ordine pubblico nel prossimo governo non riuscirà a risolvere il problema sicurezza.
Semplicemente perchè, per farlo veramente, dovrebbe andare a spianare con i bombardieri le centrali del traffico internazionale di esseri umani gestite dalle MAFIE e chi è che se ne assume la responsabilità, con il rischio di finire colato in un pilone di cemento?

Ce la prendiamo giustamente con la manovalanza criminale straniera che delinque da noi ma nessun politico parla mai di chi organizza i flussi migratori e di come sgominarne le reti. Come quelle, ad esempio, che importano ragazze a vagonate da gettare sui marciapiedi. Dice che sono gestite da albanesi, rumeni. Va bene, e allora? Che dicono questi paesi? Come si giustificano? Non c'è proprio modo di costringerli a collaborare nella repressione a queste bande?

Non viene il sospetto, quindi, che questi flussi siano gestiti in combutta con chi ha interesse comunque a mantenere il paese in una situazione di incertezza riguardo all'ordine pubblico?
La sindrome dell'invasione e dell'accerchiamento da straniero è il modo migliore per concentrare l'elettorato verso le posizioni più reazionarie. Quando Hitler andò al potere in Germania sventolava lo spauracchio dei lavoratori boemi che "portavano via il lavoro" ai tedeschi.

Il terrorismo mediatico sui crimini commessi dagli stranieri aiuta, oggi più di allora, a mantenere alto il livello della tensione.
Se un domani questa dovesse calare, la gente potrebbe accorgersi delle altre magagne che non vengono risolte. Potrebbe focalizzare la mira sul governo e rendersi conto che la seconda repubblica è uguale o peggiore della prima, che si continua a rubare, che ci sono speculatori in guanti bianchi molto più pericolosi, per la nostra incolumità, del rapinatore rumeno.
Oppure, più semplicemente, potrebbe rendersi conto che quelli che parlano tanto, quelli del "famo, annamo, menamo", delle città più o meno pericolose in base agli amici o nemici che le governano, in realtà non sanno fare proprio niente oltre a sbrodolare slogan e facile populismo di maniera.

Risolvere il problema sicurezza e rasserenare il paese costringerebbe un governo a superare la più difficile delle prove qualità. Quella del sapere governare la quotidianità. Sinceramente non vedo nessuno che abbia l'interesse o la capacità di farlo.



(Il famoso "annamo, occupamo, menamo" del Monsignor Gassman de "I nuovi mostri" di Dino Risi.)


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venerdì 18 aprile 2008

Meno male che Osama c'è


Le 2948 vittime accertate del crollo delle Twin Towers
"Stiamo traendo beneficio da una cosa, dall'attacco alle Twin Towers e al Pentagono e dalla guerra americana in Iraq. Questi eventi hanno portato l'opinione pubblica dalla parte di Israele."
Secondo quanto ha riportato mercoledì scorso il quotidiano israeliano Haaretz, che a sua volta citava il Ma'ariv, la sorprendente frase di cui sopra sarebbe stata pronunciata dal leader del Likud Benjamin Netanyahu, durante una conferenza all'Università di Bar Ilan.

Sul sito di Haaretz vi sono almeno 300 commenti alla notizia, nella stragrande maggioranza indignati per queste parole di incredibile cinismo. C'è chi lo insulta, accusandolo oltretutto di fomentare antisemitismo e cospirazionismo con dichiarazioni come queste. C'è chi si vergogna di avere nel proprio paese un politico capace di dire certe cose, chi da americano che vive in Israele è giustamente esterrefatto.

Non manca però chi, firmandosi American Christian, dice di essere d'accordo con Netanyahu perchè la lotta alla minaccia islamica giustifica ogni mezzo. C'è chi accusa Haaretz di avere inventato la notizia perchè non la si troverebbe su Ma'ariv e chi sostiene che la stampa israeliana ha una lunga tradizione di propaganda anti-Netanyahu alle spalle e quindi anche questa volta si tratterebbe di una palla avvelenata lanciata ad un avversario. Interessante leggere anche i commenti di coloro che si chiedono come mai questa notizia non compaia sui media americani (per censura, perchè non è vera?)

Ecco, il problema al giorno d'oggi è verificare la veridicità delle notizie.
Personalmente non mi meraviglierei che Netanyahu, che non è notoriamente una mammoletta, possa aver detto una cosa simile.
In tal caso, consoliamoci, non solo i politici italiani sparano cazzate con il bazooka ad altezza d'uomo.
Il senso della frase è che "il fine giustifica i mezzi" e in politica questa è una formula che funziona sempre, da che mondo è mondo. Il cinismo è di casa in chi deve gestire grandi interessi.
Tuttavia, è una frase anche molto stupida, che se fosse pronunciata da un leader di un qualunque altro paese del mondo, farebbe rullare i B52 made in USA sulla pista di decollo.

Per ora di questa frase incriminata se ne parla sui blog, sui citati giornali israeliani e sulla stampa islamica che ovviamente ci puccia il biscotto. Se non se ne parlerà più e Bibi non dirà che "è stato frainteso", non avremo per questo la garanzia che si sia trattato di una bufala. Rimarremo nel dubbio e forse è proprio questo lo scopo per il quale si lanciano certe notizie.
Si tratterebbe comunque di cinismo rivoltante anche nel caso di una bufala inventata per screditare un avversario politico. Cinismo di chi specula sui morti innocenti.

Gli avvoltoi volano bassi, di questi tempi.

mercoledì 16 aprile 2008

Kassandra dixit

"Tutela dell’ordine pubblico dagli attacchi alla legalità dei vari “disobbedienti” e aumento delle pene per i reati di violenza contro le forze dell’ordine."
(Programma del PDL, 2008)

L'altra sera, commentando al TG1 la scomparsa della sinistra estrema dal Parlamento, l'onorevole Calderoli ha più o meno detto che gli dispiaceva (ma va?) ma che era anche preoccupato, visto che la sinistra ora, senza rappresentazione parlamentare, sarebbe "scesa in piazza". Ah, ecco.

Il Presidente emerito Cossiga, in un'intervista al Corriere dal titolo "Sono dolori, può tornare il terrorismo", afferma:
«[Veltroni] Sarà costretto a dare ascolto e raccogliere le preoccupazioni di tutti gli antiberlusconiani, degli operai della Fiom, dei precari, dei giovani no global e dei centri sociali, insomma di tutti coloro che una volta erano rappresentati da Rifondazione comunista, da ieri fuori del Parlamento.
Sarà obbligato a farlo per impedire che si creino le condizioni della rinascita del terrorismo brigatista. E il terrorismo di sinistra tornerebbe ad agire se, per ipotesi, si facessero le larghe intese. Non va dimenticato infatti che il brigatismo si scatenò trent'anni fa, con il sequestro di Aldo Moro, contro il compromesso storico, contro il governo di larghe intese guidato da Andreotti e nel quale io ero ministro dell'Interno, e posso oggi dire di essere stato indicato dai comunisti».
Cossiga è come Nostradamus, va interpretato. Non bisogna commettere l'errore di sottovalutare le sue centurie né di considerarle le sbroccate di una Cassandra che straparla. Nelle sue parole vi sono esagerazioni, sicuramente, una parzialissima ricostruzione dei motivi del sequestro di Moro ma io vi leggo anche una sorta di avvertimento, un consiglio rivolto proprio alla sinistra.

Io credo che il rischio che qualcuno, in questo clima di forte destrosità, colga l'occasione della mancanza di rappresentatività parlamentare di una Sinistra (antagonista, estrema, come cavolo si deve chiamare?) per mettere la Sinistra tout-court fuori legge non debba essere sottovalutata. A parte coloro che vorrebbero proibire il pugno chiuso alla pari del saluto romano, vedrete se, essendo nella Costituzione fatto divieto di ricostituzione del Partito Fascista non vi sarà qualcuno che proporrà di aggiungervi il divieto di ricostituzione del Partito Comunista.

Se effettivamente non si trova il modo di ridare alla Sinistra una rappresentatività parlamentare sarà molto difficile evitare le tentazioni eliminazioniste della destra. Quell'alludere subito al terrorismo e allo scendere in piazza come fatto potenzialmente eversivo non può che preoccuparci tutti e temo più Calderoli di Cossiga, francamente.

Easagerazioni? Paranoie? Inseriamo qui un piccolo flashback.
2001, G8 di Genova, i DS rifiutarono allora di partecipare al corteo del 21 luglio facendo mancare il loro preziosissimo servizio d'ordine. I manifestanti furono di fatto mandati allo sbaraglio, alla mercé di provocatori, infiltrati e schegge impazzite che dettero la giustificazione alle forze dell'ordine per una durissima repressione. Ricordate come, con straordinaria ipocrisia, D'Alema parlasse di "notte cilena" riguardo ai fatti della Diaz? Ho sempre pensato che se in Corso Italia quel pomeriggio vi fosse stato il vecchio servizio d'ordine del PCI (poi DS), i black bloc avrebbero avuto vita dura. I rappresentanti dei partiti tipo Rifondazione e PdCI non riuscirono né a contenere la piazza, né a difenderla dalle violenze della polizia, con i risultati che ben conosciamo.

Come si difende la legittimità della Sinistra e dei suoi simpatizzanti? E' fondamentale che la Sinistra frammentata e divisa su questioni di lana caprina tipo falce si martello no, il mio simbolo lava più rosso del tuo, si faccia corpo istituzionale, fondi un partito nuovo, moderno, che faccia riferimento sia al mondo dei movimenti che a quello che si oppone costruttivamente alla globalizzazione e infine costringa il partito di destrasinistra, il PD, a riconoscerne la piena legittimità di forza di sinistra alternativa ad esso. Come accade in molti paesi europei e nel mondo.

Se ciò non avverrà, da un lato potrebbe esservi una remota possibilità di riaggregazione di alcuni attorno ad ambienti terroristici dormienti (che magari potrebbero essere abilmente e nuovamente infiltrati da coloro che amano alzare il livello dello scontro per il proprio tornaconto); dall'altra chi volesse legittimamente scendere in piazza non per fare casino ma per manifestare civilmente come avviene in ogni parte del mondo (compreso il tanto ricordato Tibet di questi giorni) potrebbe trovarsi completamente in balìa di un'eventuale repressione.

La Sinistra, intesa come partiti alla sinistra del PD, non esiste più ma esiste ancora una base elettorale (compresa la fetta di astenuti) e una classe dirigente, quest'ultima totalmente da rifondare.
E' tempo di smetterla di piangere sul latte versato, perchè non si può dare la colpa a chi ha votato Veltroni invece che Bertinotti se la Sinistra nel suo insieme è implosa. Evidentemente una gran parte di mondo operaio ha votato a destra, non c'è altra spiegazione.
Per riconquistarlo e aiutare il partito democratico a ricollocarsi più a sinistra del centro occorre azzerare tutto e ripartire dal foglio bianco. Sono d'accordo che tutto il male non viene per nuocere, ora il gioco si fa duro e i duri tirino fuori i coglioni. Non si riparte più dalla falce e martello però, caro Diliberto, ma dalla sua evoluzione, da un qualcosa di NUOVO.

Il passato non va cancellato del tutto ma va reinterpretato in funzione del futuro. I fondamentali del socialismo sono sempre validi e lo rimarranno finchè esisteranno lo sfruttamento e l'ingiustizia sociale.
Vi sono nel mondo idee nuove, nuovi progetti sulla salvaguardia delle risorse, progetti di decrescita, sperimentazioni in senso economico. Occorre farsi portavoce di queste istanze e proporre idee nuove. Bisogna formattare e reinstallare, passare a Socialismo 2.0.
Sarà difficile come navigare tra le cartelle di Vista, ma è l'unico modo per sopravvivere.


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martedì 15 aprile 2008

La mia droga si chiama Silvio

Indro Montanelli, con disarmante ingenuità (vista con il senno di poi), parlò una volta di vaccino. Ormai, alla terza elezione di Berlusconi a capo del governo è provato che si sbagliava. Bisogna affrontare la questione da un altro punto di vista.

La verità è che gli italiani sono drogati di Berlusconi, sono irrimediabilmente silviodipendenti. Lo hanno assaggiato per la prima volta più di dieci anni fa e se ne sono assuefatti, prendendone dosi sempre più alte. Stavolta rischiano l'overdose e non ci sarà del naloxone da iniettarsi come antidoto. Il metadone che gli avevano proposto in alternativa lo hanno gettato sdegnati nel cesso, figuriamoci le cannette che gli proponevano i partiti minori. L'italiano, lo abbiamo capito, vuole lo sballo prolungato e più la merda è pesa, meglio è.

Pareva che due anni fa gli italiani avessero avuto un bad trip e avessero deciso di disintossicarsi ma il guaio è che non hanno trovato un Muccioli che li legnasse per bene prima e dopo i pasti. Sono entrati in una comunità troppo seeria, con un pretone di campagna che gli ha lasciato in tasca le bustine. Appena il pretonzolo ha girato gli occhi dall'altra parte, sono scappati e si sono rifugiati di nuovo nell'illusione nel mondo perfetto senza tasse, ICI, bollo auto, vergogna e dignità.

Silvio, il leader psichedelico, è imbattibile perchè ti fa entrare in un mondo di beatitudine orgasmica dove perfino Calderoli e Bossi appaiono grandi come statisti. Crea una realtà deformata che non esiste ma ti fa credere di viverla, come Gianfranco Fini che crede di potergli un giorno succedere.

Silvio, il fungo magico, si è autospacciato per anni attraverso le sue televisioni, ha creato assuefazione e dovreste vedere come si rivoltano come bisce i suoi (tossico)dipendenti quando lo si tocca. Togliete tutto agli italiani ma non la loro dose di ottimismo berlusconiano basato, come le allucinazioni da LSD, sul nulla.
Silvio è difficile da battere perchè è la droga perfetta. Energetica come la coca, euforizzante come la ganja, allucinogena peggio dell'amanita muscaria, per le cose fantastiche che ti induce a credere di vedere.
Che ti riduca il cervello tipo emmenthal come l'ecstasy non è ancora provato ma abbiamo tempo per scoprirlo. Almeno cinque anni.

P.S. Lo so, questo post è allucinante.


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lunedì 7 aprile 2008

Il segreto di Dr. House

Ultimamente ci siamo tutti interrogati, sempre per non pensare alle prossime elezioni di domenica, sul segreto del successo dell'irresistibile Dr. House. Io penso di averlo scoperto.

No, non è il meccanismo del transfert o il fascino di Hugh Laurie e nemmeno il taglio particolarmente innovativo della serie.
Dr. House, il personaggio, è uno stronzo di prima categoria, uno che ti dice senza problemi che stai per diventare cliente del beccamorto locale, uno che non vuole sentire lagne dai pazienti e se può li tortura con siringhe e cannule.
Però, e questo è il segreto, è un medico che azzecca la diagnosi. Sempre. Per una che ha scoperto solo dopo quattro anni di aver avuto una meningoencefalite, "che per fortuna era virale e non batterica altrimenti non saresti qui a parlarmene", è una cosa fantastica.
Di fronte a casi sempre più osceni di malasanità, a errori marchiani sempre più frequenti di medici e chirurghi, a malanni che non ti passano nonostante le migliaia di euro spese in medicine e visite, Dr. House ti sembra un miraggio e si fa perdonare tutto, anche la stronzaggine, perchè è un fenomeno, è una risonanza magnetica umana che ti scannerizza con uno sguardo e non sbaglia mai.

E' ovvio che un medico che riesce sempre a fare una diagnosi corretta può essere solo un parto dell'immaginazione. Non è esatto però dire che un medico così non sia mai esistito.
Dr. House in fondo assomiglia al vecchio medico condotto, colui che sapeva far partorire la donna e la vacca e ha permesso a tanti ultranovantenni di invecchiare forti come rocce fino ai giorni nostri.

E' il dono della diagnosi perfetta che ci affascina di House. Se solo potessimo farci visitare da lui, chissà di quali strane sindromi scopriremmo di essere affetti. Partendo dalle nostre mani fredde e da quelle leggerissima e costante ematuria potremmo scoprire, chissà, di non essere uomini ma donne, non donne ma uomini, di avere tre reni, due fegati, un profilo cromosomico aberrato, un fratello gemello nascosto nell'addome (tale da spiegare la nostra tendenza alla pinguedine, per esempio).
Di fronte a qualunque sintomo, anche il più strano, farebbe sembrare il nostro medico di base e perfino il grande luminare dal quale ci facciamo curare invano da anni dei perfetti idioti; scriverebbe una ricettina, ci manderebbe affanculo agitando il bastone e ci cambierebbe la vita da così a così.


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mercoledì 2 aprile 2008

Lifting victim

Oggi credo di aver visto la più agghiacciante copertina che una rivista abbia mai dedicato a Silvio Berlusconi.
Non l'ho trovata in rete e non me la sono sentita di spendere € 3,00 per acquistarla e scannerizzarla.
Può essere uno spunto per recarsi domani in edicola e cercarla tra un "Sorrisi e Canzoni" e un "Badanti superperverse", per vedere con i propri occhi fin dove può spingersi la depravazione della chirurgia plastica.

La rivista è "Uomini e Business" di Giuseppe Turani e Berlusconi vi è raffigurato ormai senza più occhi a parte due fessure tipo Gorth di "Ultimatum alla terra", un sorriso da Joker e con un colorito che fa invidia ai migliori lavori dei fratelli Signoracci.

Se io fossi stata la capa dello staff che cura l'immagine del GIB avrei immediatamente chiesto il ritiro e la mandata al macero di ogni copia rimasta con rogo finale ed aspersione di acqua benedetta sopra le ceneri. Una copertina del genere può far perdere le elezioni. Quantomeno fa piangere i bambini.

Non so chi di voi potrà ricordarsi i film di Charlie Chan. Erano dei polizieschi, interpretati da un attore olandese camuffato con gli occhi tirati da cinese. Ecco, Berlusconi sembra si stia trasformando in una via di mezzo tra Mao Tse Tung e un vulcaniano, una metamorfosi inquietante anche per i risvolti politici e fantascientifici. Forse lui non se ne accorge ma chi gli è vicino lo avverta. E' triste vedere un'altra lifting victim dopo Michael Jackson.

Per questo vogliamo ricordarlo stasera quando gli occhi li aveva ancora e, nonostante il sorriso imperfetto, era un ragazzino tanto caruccio. Peccato si sia rovinato crescendo.


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martedì 1 aprile 2008

XXXL


A me, come a tutte le ragazze, piacerebbe comperarmi qualche volta un capino di abbigliamento nuovo: una maglia, un paio di pantaloni, una giacca.

Stasera, tornando a casa dopo aver fatto la solita inutile sosta nel grande magazzino cittadino, inutile perchè ne sono uscita per l'ennesima volta a mani vuote, mi sono voluta togliere lo sfizio di chiedere alla cassiera perchè non tengono taglie umane per noi esseri umani normali.
E' perchè non si trovano proprio alla fonte o perchè colui che fa gli ordini è un sadico misogino figlio di buona donna? E' mai possibile che la taglia più grande disponibile sia una L che andrebbe stretta alla Barbie?
Mi ha guardato con un sorrisetto e ha piegato stancamente la testa in direzione del reparto taglie forti.
Sapete, quello con i pantaloni taglia Giuliano Ferrara e i completini tipo salma in camera ardente, con le camicie col fioccone.

Dice che certi capi, guarda caso quelli di moda, li fanno per le ragazzine, "che sono magre". A parte il fatto che vedo abitualmente ragazzine con dei culi che non passano dalla porta, non è questa una terribile forma di razzismo, una vera e propria discriminazione da far roteare le lame, per la quale se una ha un'aspetto normale e non cachettico, con le sue formine a posto e non è ancora da seppellire, si deve vestire da vecchia bacucca o niente?

Eh, signora mia, non ci sono più le taglie di una volta. Infatti capita di rovistare nell'armadio e tirar fuori una vecchia camicetta che ancora incredibilmente ti sta ed è etichettata con la mitica taglia 46. Se ora non mi basta neppure la XXXXL allora non sono io che sono ingrassata, sono le taglie che si sono ristrette.

Chiedo con forza a qualche politico (vedrei bene Walter Veltroni), di battersi per dire basta alla discriminazione della taglia gonfiata e del razzismo generazionale. Si faccia una legge quadro per il diritto alla taglia corretta. E' ora di eliminare questo textile divide che crea squilibrio e ingiustizia sociale.
E se ci sono ancora stilisti che insistono con la magrezza e cinesi che non capiscono che noi occidentali qualche curva addosso l'abbiamo, ebbene che siano condannati a sopravvivere a pane ed acqua fintantochè i loro abiti non gli staranno larghi.

Altrimenti ci vedremo costrette, nonostante l'oggettiva scomodità del copricapo e delle ali piumate, ad andare in giro per protesta abbigliate come la signorina Viviane Castro, pur non avendone sicuramente le doti fisiche. Ve lo assicuro, non sarebbe un bel vedere.


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