giovedì 29 novembre 2007

Napo, 'orco capo!

Sappiamo tutti quale problema siano gli infortuni sul lavoro in Italia e quale tributo umano si paghi annualmente in termini di morti, ammalati e invalidi.
Qualche cifra relativa al 2006:
927.998 infortuni denunciati all'INAIL (e pensiamo che se l'incidente avviene in condizioni di lavoro nero ben difficilmente sarà denunciato);
1.302 morti per incidenti o conseguenze di infortunio.
Il settore in assoluto più pericoloso per i lavoratori è quello delle costruzioni, seguito dall'industria meccanica e dalla lavorazione dei metalli. Le donne pagano il tributo più alto nel settore dell'industria alimentare.

Mi è capitato di recente di dover frequentare, per la seconda volta in vita mia, il corso di formazione per neoassunti sulla legge 626, ovvero la legge che regolamenta la sicurezza sul lavoro.
Per chi non lo sapesse, sia che si lavori in un ufficio, al chiosco delle piadine o in fonderia, appena assunti il datore di lavoro ha l'obbligo (pena sanzioni amministrative) di iscrivere il neoassunto dipendente a questo corso, che poi è una full-immersion di quattro ore filate in un giorno che viene stabilito dall'associazione di categoria che la organizza, di solito in un'aula nella sede della medesima.

Chissà perchè quando capita di frequentare il corso i colleghi ti avvertono che saranno "due palle". Tu ti immagini che l'ingegnere ti svelerà il segreto per non farti mai male, ti leggerà i tuoi diritti e ti insegnerà a farli rispettare: sempre i colleghi ti dicono "è solo una perdita di tempo". Per la verità anch'io dopo la prima esperienza avevo avuto la stessa impressione.
Vediamo, cosa mi ricordavo del primo corso? Che le scale devono avere quell'affare di traverso per impedire che si aprano, che in ogni azienda ci vuole una persona addetta alla sicurezza e che se togli le protezioni dai macchinari, sono cazzi tuoi, anzi dell'addetto che doveva sorvegliare che tu non le togliessi.

Questa volta siamo una ventina in tutto, provenienti da vari settori: fabbrica, artigianato, commercio. Ci sono parecchi stranieri.
Si comincia con una specie di appello. Ognuno deve dichiarare la propria mansione sul lavoro e i fattori di rischio che secondo lui comporta. Schiacciamento, ustioni, cadute, tagli sono le risposte più ovvie. Chi lavora in un ufficio si sente un pò inferiore. Ci si prova a dire che cambiare un toner alla stampante laser può essere un rischio "sa, le polveri sottili..." ma se ne ricava solo un "no no stia tranquilla, gli inchiostri non sono tossici." Sarà. In compenso scopri che non dovresti mai fare due ore di fila davanti al computer ma hai diritto ad un quarto d'ora di pausa ogni due ore appunto.

Il corso vero e proprio consiste nel leggere qua e là una dispensa illustrata che racchiude i principali argomenti trattati dalla legge 626.
Praticamente è la copia carbone del corso dell'altra volta. La scala deve avere la sicurezza, il responsabile della sicurezza si chiama... ogni azienda deve avere una cassetta del pronto soccorso (ma davvero? e la nostra dov'è?). Davvero, la cosa che emerge con maggiore evidenza è che le parole sono un conto, la realtà è diversa. Scarpe antinfortunistiche? Se ti cala la vista il datore di lavoro deve pagarti gli occhiali. Ma quando mai?
Ci viene annunciato che ad una cert'ora arriveranno i rappresentanti sindacali, ai quali potremo fare domande e fare riferimento in futuro se, toccando ferro, dovessimo avere un incidente sul lavoro. Se non ricordo male anche l'altra volta dovevano venire i sindacati ma non si fecero vedere.

Quattro ore sono lunghe da passare, specialmente se l'ingegnere non ha il carisma e la dialettica di un trascinatore di folle. Gli tocca compensare con l'audiovisivo.
Un quarto d'ora se ne va per scoprire come cappero funziona l'impianto di videoproiezione poi parte la cassetta con le avventure di Napo. Trattasi di una serie di, come definirli, cartoni animati è una parola forte. A me ricordano quelle animazioni cecoslovacche degli anni sessanta, di una tristezza infinita, con i pupazzetti di pongo mossi a scatti.
Tenendo conto che siamo in periodo post-prandiale e parecchi di noi hanno già quattro ore di lavoro sul groppone, l'effetto è soporifero.
Napo, lavoratore tipo, è un perfetto deficiente che è un miracolo sia ancora vivo, visto che gliene capitano di tutti i colori a causa della sua dabbenaggine. In compenso ha un capo coscienzioso, che gli ricorda di mettersi il casco, di non salire sulla scala senza protezioni, di mettersi i guanti, ecc. La cosa più terrificante di questi cartoni è che i personaggi non parlano, mugolano come fossero imbavagliati "mhmm, mhmm". Visto che sono usati dalle INAIL di tutta Europa si è trattato di un bieco trucco per risparmiare nei vari doppiaggi.
Qualcuno ci prova, dopo la seconda cassetta di fila, a mormorare "no, un altro Napo nooo", ma coraggio, sono quasi le quattro, i fumatori sono autorizzati ad uscire dieci minuti.

Il gran finale è il test di verifica a quiz che dovrebbe dimostrare che da questo corso hai capito qualcosa e da domani starai ben attento a non farti male, ben conscio poi dei tuoi diritti di metterti il casco, le cuffie se lavori in ambiente rumoroso, ecc.
Sarà stata la voce soporifera dell'ingegnere, l'effetto nefasto di Napo, o il pensiero che se vai dal capo a chiedere le cuffie quello ti ci manda, ma il punteggio finale è desolante. Per fortuna non si viene bocciati, l'attestato te lo danno lo stesso e si potrà sempre leggere la dispensa a casa.

Per la cronaca, anche questa volta i sindacati non si sono fatti vedere.

7 commenti:

  1. Anonimo21:47

    questa è una problematica veramente grave.
    Il paese del vino e dei tarallucci, dei corsi "non corsi" e dell'attestato dato cosi, tanto per lavarsi le mani. Hai tirato fuori una bella problematica e l'hai esposta veramente bene.

    ciao cara, un abbraccio

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  2. Anonimo23:48

    Sarebbe interessante verificare se tutti quelli che hanno avuto incidenti sul lavoro, hanno seguito un corso sulla 626 e hanno ricevuto istruzioni utili dai loro superiori.

    Alle volte basta poco per entrare nello spirito giusto della legge, peccato che quello che si percepisce dai corsi sulla sicurezza appaia scontato e/o noioso quando invece non dovrebbe esserlo.

    I concetti generali che mi sono rimasti piu` impressi nel mio corso 626 sono:
    - preoccupati della tua sicurezza;
    - preoccupati della sicurezza dei tuoi colleghi (pari grado o subalterni);
    - attua la sicurezza proattiva, ovvero cerca di prevenire e correggere le situazioni a rischio.

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  3. Anonimo09:55

    Io sono dipendente da otto anni. Il corso non l'ho mai fatto. Però in effetti anche qui abbiamo i responsabili della sicurezza. A loro non danno fastidio i cavi di rete tesi come trappole nella giungla, ma hano borbottato quando hanno visto il bollitore per il caffè...

    ...bah....

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  4. Anonimo10:32

    Abbiamo ripreso il tuo articolo su http://www.canisciolti.info

    Complimenti per i blog :)

    Roberto
    info@canisciolti.info

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  5. Io ho esperienza di pubblica amministrazione e devo dire che stare a norma con la 626 è quasi impossibile.
    La nomina del responsabile poi viene vista quasi come una condanna.
    Ma le statistiche che hai citato la dicono lunga sul problema sicurezza sul lavoro.
    Qualcosa "sa da fare". Più ispettori?

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  6. Anonimo15:43

    brutta l'assenza dei sindacati;i corsi forse hanno una utilita' perche' informano ma se si parla di caschi e scarpe anti-infortunio e poi non ci sono tutto diventa meno credibile-
    servirebbero piu' controlli perche' si muore troppo nel posto di lavoro e precari o extracomunitari non sono mai tutelati
    ciao dai Giramundos
    Lorenzo Anne Veronica
    la sritta "io ho smesso di fumare" fara' sentire in colpa l'unica rappresentante del blog ancora fumatrice convinta
    :)
    http;//giramundo.splinder.com

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  7. @ rinascitanazionale
    grazie, ricambio caro.

    @ adetrax
    penso che molti infortuni accadano perchè si ha fretta di fare un lavoro e non si pensa alle precauzioni, oppure perchè il casco dà noia, le scarpe antinfortunistiche sono pesanti e fanno caldo d'estate, ecc.
    Spesso quindi è "colpa" anche del lavoratore che sottovaluta il rischio. Bisognerebbe insegnare a vedere e prevedere il rischio.

    @ juni
    un'altra cosa che ricordo del corso: ci hanno detto che ogni azienda abbastanza grande deve avere un medico interno.Ma dove?

    @ roberto
    ho visto, grazie!

    @ franca
    più ispettori e più consapevolezza dei rischi ma il vero problema è il lavoro nero.

    @ anonimmo
    fumatrice convinta ancora per quanto? ;-) Dai, convincetela!
    Ciao, grazie per la visita.

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